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Guida pratica sulla pubblicazione sui social network imparando dall’urlo del fruttivendolo ( e altre figure).

E rieccoci al solito appuntamento di fine mese con il mio post- blog. Come forse sapete sono un uomo del sud, di Napoli. Per il post di oggi devo ringraziare sia Lucio Boccalatte mio lettore e professionista con il quale ho una certa affinità professionale, che quello che a Napoli chiamiamo le “voci”. Perché la voce é un elelemento autonomo.

Mi spiego meglio per i miei lettori di Luino e dintorni: dalle mie parti i venditori ambulanti, i fruttivendoli e i pescivendoli nei momenti di alta affluenza per strada sono soliti “urlare” il prodotto. Ad esempio, il fruttivendolo del mio rione quando ha una partita di uva da vendere urla qualcosa di simpatico come: “Uva, Uva fresca che sa di miele” oppure la variante estiva per il melone giallo “ per ogni melone 1/2kg di prosciutto in omaggio”. Ovviamente questa iperbole non è un errore comunicativo ma sa che la “percezione” della comunità è tale da non creare disturbi. 

Perfetto non voglio farvi un trattato di cultura popolare partenopea, me ne guardo bene e non voglio nemmeno dire che il sign. Boccalatte faccia l’ambulante anzi , ma è stato proprio lui a darmi lo spunto per questo articolo e collegarlo al mondo social.

Cosa c’entra?
Fondamentalmente l’uso dei social network è il nostro megafono. Quando pubblichiamo qualcosa lo facciamo perché ci piace sicuramente, ma anche perché vogliamo che anche altri lo leggano. In maniera più o meno inconscia lo facciamo sul profilo privato mentre in maniera consapevole va fatta sulla pagina aziendale.

Perfetto in questa fase vi state preparando per “dare la voce”.

Adesso rimangono tre fasi: quando pubblicare, come pubblicare e a chi riferirsi.

L’orario di pubblicazione:

Immaginate che il mitico fruttivendolo dia la voce dell’uva dall’insolito sapore di miele quando la strada è vuota chi pensate che si accosti da lui? Semmai qualche vecchietta che recita il rosario fuori la porta lo manderà a quel paese. Percui se state utilizzando qualche strategia social calibrate bene i momenti di maggior “transito” degli utenti, se pubblicate quando capita non solo non attirerete l’interesse, ma se in quel momento un utente ha aperto la propria pagina social in un orario di bassa affluenza è possibile che sia online per una ragione specifica sua e potrebbe considerare il vostro annuncio una scocciatura.
Adesso che avete stabilito il momento, stabilite anche il messaggio.

Come pubblicare:

Se pubblicate la foto del divano o della camera da letto, o una baita sappiate che quel momento state urlando qualcosa come: “ho un bel divano e un bel letto o una bella baita” . Perfetto a uno che vi urla che ha un bel divano non vi viene di rispondergli con un bel “ma che me ne importa?”. L’utente social è bombardato da immagini e generalmente vi ignorerà e lo scopo di convertire crollerà nonostante riceverete degli apprezzamenti da utenti fidelizzati (come dei +1 su Google+, mi piace su Facebook, o una stella su twitter). Provate invece a prendere a modello il “catalogo IKEA” oppure associatelo a qualcuno o a qualcosa e se vi riesce, siate simpatici e anche un po’ sciocchi. Ecco che il nostro bravo fruttivendolo insegna una cosa importante: Siate simpatici, fate in modo che si ricordino del messaggio.

Stabilite il target (a chi riferirsi):

Raggruppate gli utenti per categorie così potete pubblicare contenuti che non creino fraintendimenti ma che sopratutto vengano apprezzati dal giusto utente. Non dimenticate che la percezione è diversa perché nella stessa nazionalità ci possono essere segmenti diversi. Figuriamoci se abbiamo un social internazionale.

E da voi ci sono gli urlatori di prodotti? Raccontate nei commenti la voce più strana che avete sentito. E vi prego assicuratemi che non sono l’unico a sentire “le voci”.


Buon lavoro EROI

Commentate commentate commenta, vi aspetto.

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